Il solo ed unico Maestro da ascoltare e amare – II Quaresima (C)

Il solo ed unico Maestro da ascoltare e amare – II Quaresima (C)

Non si può ascoltare Cristo e il mondo. O l’Uno o l’altro, o la Luce o le tenebre, o la Verità o la falsità.

Non rispettare questa regola significa entrare in confusione, come è accaduto ad Eva nel giardino dell’Eden: il serpente la convinse che Dio era geloso ed era cosa buona mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male. Le conseguenze furono nefaste e ancora oggi ne paghiamo l’altissimo prezzo (cf. Gn 3).

Purtroppo oggi accade che molti cristiani entrano in dialogo con il pensiero del mondo e si conformano ad esso, nascondendosi dietro la scusa che bisogna adattarsi ai linguaggi, alle culture, alle epoche, al cambiamento insito nella natura dell’uomo e della storia. L’errore che si commette è però grave: si confonde il contenuto del messaggio con le modalità da utilizzare per comunicarlo, e in nome della intrinseca dinamicità dell’evangelizzazione si modifica il Vangelo svuotandolo della sua potenza salvifica.

Gesù è stato chiaro: «In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli» (Mt 5,18-19).

Bisogna stare attenti a non dare spazio a certe teorie che oggi minano alle fondamenta la vita e la missione della Chiesa, perché pretendono di adattare il Vangelo ai capricci del cuore dell’uomo ed evitano di invitare alla conversione in vista della salvezza eterna. Teorie che interferiscono con lo Spirito Santo e propongono una sequela senza regole, senza croce, senza santità.

Per non cadere in questa trappola bisogna salire sul monte con Gesù, mettersi in preghiera, chiedere al Padre dei cieli la grazia di scegliere il suo Figlio come unico e solo Maestro, da ascoltare, amare, servire, fino a giungere alla professione di Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6,68-69). Tutti gli altri sono ladri e briganti, mercenari senza scrupoli che dilaniano il gregge.

Vivere la Quaresima in modo intenso significa turarsi le orecchie dinanzi ai falsi profeti ed esercitarsi a confrontare quanto si ascolta o si legge sui Social, sui giornali, in TV e nelle piazze con il Vangelo, letto e interpretato nello Spirito Santo, secondo la Tradizione della Chiesa Cattolica (cf. 1 Gv 4,1-6).

La trasfigurazione è stato un evento centrale nella vita di Pietro, Giacomo e Giovanni, per quanto essi non capirono subito cosa Gesù volesse insegnare loro. I tre Apostoli, che avrebbero guidato la Chiesa dopo la Resurrezione del loro Maestro, dovevano avere le idee chiare: per non mandare alla deriva la Barca, nelle tempeste della persecuzione, dovevano ascoltare solo e soltanto il divino Timoniere, e fidarsi di Lui ciecamente. Senza interferenza alcuna. Senza indugio e senza paura di essere per questo incarcerati e fustigati. In mezzo alla tempesta infatti, ma anche quando il mare è calmo, non si può sbagliare rotta, altrimenti si finisce sfracellati contro gli scogli della falsità, dell’idolatria e dell’immoralità più squallida. E per di più si rischia di farsi alleati di Satana, giustificando in nome del Vangelo ciò che Vangelo non è.

Quanto è urgente che Gesù ci porti tutti sul Monte Tabor per aprire le nostre orecchie! Quanto è urgente iniziare a evitare le discussioni vane con quanti vogliono una Chiesa confusa, debole, incapace di rendere ragione della sua speranza e di testimoniare la verità del Vangelo ad ogni costo!

Che il Signore ci conceda questa grande grazia: di contemplarlo nella sua divina bellezza per essere attratti da Lui e da nessun altro, per sceglierlo come unico e solo nostro Maestro. Il Signore ci conceda di ascoltare la sua voce, di metterla nel cuore, di viverla fino in fondo seguendo la sua volontà, ognuno in conformità alla propria vocazione e mettendo a frutto i propri carismi, per il bene della Chiesa e dell’umanità intera.

La Vergine Maria ci accompagni e ci insegni ad imitarla nella totale e incondizionata disponibilità ad obbedire al suo divin Figlio fino alla morte e alla morte di croce.

 

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