I dieci Comandamenti

I dieci Comandamenti

«Se vuoi osservare i suoi Comandamenti, essi ti custodiranno» (Sir 15,15). Questa espressione, che ascolteremo Domenica a Messa nella prima Lettura, invita ciascuno di noi a vedere i Comandamenti del Signore come una sorta di muro di fuoco che ci protegge dal male.

Secondo tale prospettiva, essi impediscono al nemico di fare breccia nel nostro cuore per portare devastazione e morte. Ci custodiscono perché non permettono che il pensiero del mondo, subdolo e ingannevole, confonda la nostra mente e ci induca a operare scelte contrarie alla volontà di Dio, che sono sempre fonte di tristezza infinita.

Non è un caso che ben otto Comandamenti siano al negativo, cioè inizino con la parola “non”. Essi sono limiti precisi che non dobbiamo oltrepassare. Se lo facessimo, saremmo simili a coloro che si trovano dinanzi ad un cancello oltre il quale vi è un potentissimo campo radioattivo e scelgono di far finta di niente. All’inizio tutto sembrerà come prima, ma dopo poco tempo si cominceranno a vedere in ogni parte del corpo gli effetti distruttivi delle radiazioni.

I Comandamenti sono un dono molto antico, eppure sempre attualissimo, che il Signore ci ha fatto. Sono espressione della sua misericordia che non vuole che noi ci esponiamo alle radiazioni del peccato.

Essi in verità sono molto di più, perché è da essi che nasce la beatitudine del cuore. Così infatti recita il Salmo:

«Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene» (Sal 1,1-3).

Dobbiamo tutti avere una grande fede e non andare dietro a coloro che dicono che i Comandamenti sono un peso insopportabile che schiaccia al suolo, che rende infelici, che mortifica l’uomo e la sua libertà.

Espressioni del genere non dicono il vero. Sono l’inganno perenne che è iniziato nel Giardino dell’Eden quando il serpente è entrato in dialogo con Eva.

Al di fuori dell’osservanza dei dieci Comandamenti e di tutta la volontà di Dio non c’è realizzazione esistenziale. L’uomo naviga nel marciume dell’ingiustizia e dell’immoralità, aspettando che le potenti radiazioni del male divorino ogni sua cellula.

Dalla fede e dalla volontà di ciascuno nasce la salvezza, poiché la fede e la buona volontà permettono alla grazia di Dio di operare in pienezza.

A quanti oggi vorrebbero cambiare i dieci Comandamenti con leggi umane che mortificano l’altissima dignità dell’uomo, perché lo consegnano al male, noi cristiani dobbiamo gridare che solo nella legge del Signore vi è vita e gioia.

E la legge del Signore deve essere accolta nella sua celeste bellezza, senza nulla aggiungere o togliere, perché «la legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima» (Sal 19,8).

Ognuno pertanto faccia suo l’ammonimento salutare di Gesù e lo scriva nel profondo del suo cuore:

«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli» (Mt 5,17-19).

Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, ad osservare e ad amare i Comandamenti e ogni piccolo precetto che ci viene dal Padre celeste tanto da edificare su di essi la nostra vita e l’intera società.

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