«Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. […] Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi» (cf. Is 43,16-21).
Le parole del profeta Isaia, che la Chiesa proclama nella quinta Domenica di Quaresima (C), sono cariche di speranza. Il Signore Dio del Cielo e della Terra promette di venire in aiuto a quanti sono suo popolo, suoi fedeli che desiderano fare la sua volontà perché la loro vita sia un inno di lode al suo amore. Tale promessa Egli la manterrà, perché sarà lui stesso ad intervenire nella storia, impegnando la sua onnipotenza che può fare cose mirabili in ogni tempo e in ogni luogo.
Ma cosa significa in concreto tutto ciò ai nostri giorni e in particolare in che modo vanno interpretate le parole del profeta nell’alveo della Quaresima? Per rispondere a tale interrogativo volgiamo un istante lo sguardo al Vangelo dell’adultera perdonata, che narra la vicenda di una donna colta in flagrante adulterio e ormai condannata a morte da scribi e farisei, ma salvata dalla misericordia del divin Maestro (cf. Gv 8,1-11).
La speranza di cui si parla è questa: con la grazia di Dio è possibile vincere il male, sconfiggerlo in maniera definitiva, estirparlo dal cuore e dalla propria vita. Si badi bene, tuttavia, che qui non parliamo del male che è fuori di noi, della cattiveria di chi è sempre pronto a lapidare il peccatore, della malvagità di chi perseguita il giusto e “pone insidie sul suo cammino per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione” (cf. Sap 2,1-22), delle guerre e delle faide, delle economie malate che in un solo giorno bruciano miliardi di dollari. Parliamo del male che abita dentro di noi e che ci fa spesso cadere in tentazione, se non addirittura ci conduce a rinnegare Gesù come ha fatto Pietro dinanzi ad una portinaia (cf. Gv 18,15-18).
Parliamo del male che intacca la nostra natura, di quella fragilità che se assecondata conduce al peccato, di quella assai diffusa tendenza a giustificare anche grandi abomini in nome di una fede da sfiduciati che non credono che per grazia si diventa nuove creature, uomini e donne capaci di obbedire in ogni istante allo Spirito Santo e alla Parola che salva.
Il male endemico che è dentro di noi è il nemico numero uno da sconfiggere. È lui che ci conduce al disfattismo spirituale, perché ci porta a sentirci condannati ad una vita spirituale mediocre, fatta di devozionalismo sterile, incapace di progredire verso la perfetta conformazione a Cristo, Uomo nuovo. In questa trappola molti cristiani oggi cadono. Forse per comodità. Forse per pigrizia. Sicuramente perché la Parola di Dio non di rado è ignorata del tutto oppure travisata nel suo significato, e così si rimane con il volto chino schiacciati al suolo, mentre si attende che le pietre del maligno uccidano ogni speranza di vittoria sul male.
Gesù vuole che noi reagiamo a questa mentalità che nulla ha a che fare con il Vangelo. Anche a noi, oggi più che mai, dice: «Nessuno ti ha condannato? Neanche io ti condanno. Alzati, risorgi, riprendi il cammino. Va’, e d’ora in poi non peccare più! Io ti aiuterò. E tu ce la farai!» (cf. Gv 8,10-11).
È vero, siamo come gli Ebrei che non avevano alcuna possibilità di sconfiggere l’esercito egiziano che li rincorreva giorno e notte. Siamo un popolo di fabbricatori di mattoni dinanzi ad un esercito di Marines, ben armati e addestrati. Ma la nostra fede è la nostra vittoria, perché con noi è il Signore degli eserciti, l’Onnipotente e il Santo, Colui che è, che era e che viene (cf. Ap 1,8).
L’annuncio di speranza che viene a noi in questa quinta Domenica di Quaresima è uno solo: “Coraggio, rialzati! Imbraccia le armi della luce e combatti contro il male che è dentro di te e ti assale! Abbi fede nella grazia di Dio! Puoi diventare lo stupendo capolavoro che Dio Padre ha pensato da sempre e che sei tu! Sì, proprio tu, che spesso ti reputi misero, inadatto, pieno di difetti e imperfezioni. Proprio tu che pensi di non farcela e ti accasci al suolo, per non più rialzarti. È vero, non sei perfetto, ma se crederai in Gesù Signore, nel grande amore che lui ha per te, nella forza inesauribile che viene dallo Spirito Santo, la luce trionferà sulle tenebre in te e, per mezzo tuo, fuori di te! Abbi fiducia, e inizia a pensare che Dio crede in te e con il suo aiuto farai grande cose!”.
Apriamoci dunque alla fede nella grazia di Dio! Abbeveriamoci alle sorgenti della grazia che sgorga dal costato di Gesù Crocifisso! Ricorriamo spesso al Sacramento della Confessione! Chiediamo al Signore un cuore nuovo che batta nel nostro petto all’unisono con il suo Cuore! Cibiamoci con fede rinnovata di Gesù, Pane vivo disceso dal Cielo e Bevanda di salvezza! Sosteniamoci a vicenda e posiamo le pietre del giudizio e della condanna che non servono ad altro se non a lapidare e uccidere ogni speranza.
Il Signore ci aiuti e la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, interceda per noi oggi e sempre.
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