Erano come pecore senza pastore

Erano come pecore senza pastore

«Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose» (Mc 6,34).

Il discepolo del Signore deve sapere che non può essere tale se si separa dal Sacerdote, se cammina da solo, se pensa di poter “costruire” una chiesa monodimensionale, cioè costituita solo da laici.

Il Sacerdote infatti è mediatore necessario tra Dio e l’uomo e tra l’uomo e Dio perché così ha voluto e vuole nostro Signore, Lui che ha pensato la sua Chiesa fondata sugli Apostoli e i loro successori e collaboratori, e ha affidato ad essi i tesori della grazia e della verità.

Una chiesa fatta solo di laici, o di laici che camminano senza Sacerdote, non è la Chiesa di Gesù Cristo, non è la Chiesa cattolica, non è la Chiesa che è stata costituita “sacramento universale di salvezza”.

Questa “chiesa” nulla potrà fare in ordine alla salvezza dell’umanità. Potrà inventarsi un altro vangelo che non c’entra niente con il Vangelo di Gesù Cristo, illudersi di essere innovatrice e al passo con i tempi, pensare di liberare finalmente l’uomo dal giogo dell’obbedienza crocifissa, ma in fin dei conti altro non farà che creare confusione e versare veleno sulle ferite dell’umanità affaticata e oppressa.

E questo non perché lo hanno deciso alcuni Sacerdoti più intelligenti e astuti in un tempo lontano per avocare a sé diritti particolari, ma perché Gesù risorto vuole che sia così. Lo ha voluto il giorno di Pasqua, quando ha effuso il suo Santo Spirito sugli Apostoli, e lo vuole oggi perché Lui stesso ha stabilito che siano essi lo strumento umano necessario perché lo stesso Spirito si riversi su ogni uomo che si apre alla fede.

Vi è però un problema molto serio da risolvere in ogni tempo: la santità sacerdotale.

Non basta infatti essere stati ordinati Presbiteri per riuscire a svolgere in pienezza il mandato ricevuto. Bisogna che alla grazia sacramentale si unisca la perfetta consegna di sé a Dio, alla maniera di Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, e della Vergine Maria, che ha posto tutta se stessa nelle mani dello Spirito Santo, senza alcuna condizione.

Se il Sacerdote non rinnova ogni istante il suo “sì” a Colui che l’ha chiamato e l’ha costituito pastore del gregge, la sua opera non produce frutto e il Signore non benedice le sue fatiche. Le tenebre avanzano, le Chiese si svuotano, il gregge si smarrisce e i lupi fanno strage di anime.

La responsabilità del Sacerdote in ordine alla salvezza del popolo che Dio gli affida è veramente grande! La sua missione è delicata più di ogni altra ed è per questo che lui deve mettere ogni impegno per divenire sempre più conforme a Gesù Buon Pastore.

Ma anche la Chiesa deve fare tanto, anzi tantissimo, in tal senso. Essa non deve lasciare soli i Sacerdoti. Al contrario deve spendere le forze migliori per formarli, sostenerli nel loro ministero, incoraggiarli, illuminarli, custodirli senza risparmiarsi in nulla.

La Chiesa deve vigilare sull’autenticità di ogni vocazione e preoccuparsi di accompagnare coloro che sono chiamati nel loro percorso di vita sacerdotale, predisponendo strutture e organismi che svolgano questo compito delicato e assai nevralgico.

E anche i laici, se vogliono bene a se stessi e all’umanità, devono pregare ogni giorno con tanta fede per i loro Pastori. Lamentarsi, fare gossip, amplificare vicende tristi che purtroppo accadono, divertirsi a distruggere l’identità e la missione del Sacerdote nelle coscienze, utilizzando il Web e i mezzi di comunicazione sociale è soltanto peggiorare le cose, farsi del male e fare del male agli altri.

Ognuno allora faccia la sua parte, perché se il Sacerdote è santo, il popolo di Dio cammina nella santità. O noi crediamo nella Chiesa secondo il modello che il suo divino Fondatore ci ha dato oppure partoriremo vento e nessuna anima si salverà per mezzo nostro.

La Vergine Maria, Regina degli Apostoli e Madre della Chiesa, interceda per noi e sostenga tutti nel perfetto compimento della volontà di Dio.

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